Krug 2006, natura e savoir-faire

di Chiara Giovoni 22/11/19
1999 |
|
Chiara Giovoni e Eric Lebel
Figlio di un’annata capricciosa, Krug 2006 si presenta straordinariamente generoso nel calice, con un’apparente immediatezza che saprà trasformarsi in complessità evolutiva. 

È stata ribattezzata Capricious Indulgence l’ultima annata presentata al mercato dalla Maison Krug. Per ogni millesimo il descrittore coglie i tratti essenziali non solo del vino ma dell’andamento vendemmiale, come ad esempio il Luminous freshness del 2004 e il Vivacious radiance del 2003. Questo perché la Cuvée N.2 - come l’aveva battezzata il fondatore Joseph Krug per differenziarla dalla Cuvée N.1 oggi Krug Grande Cuvée - è lo champagne che racconta la storia di uno specifico anno, fotografando attraverso le tre uve della Champagne le specificità di un qualcosa che per definizione sarà irreplicabile. 

Considerata un’annata calda, con 23 giorni consecutivi dalle temperature attorno ai 30°C, la 2006 è stata definita capricciosa per via delle intense piogge che si sono riversate in 2 settimane ad agosto con un’insistenza tale da far temere per la compromissione della vendemmia. Fortunatamente il ritorno del sole che l’ha accompagnata al termine ha sancito un equilibrio vicino alle apprezzate vendemmie come la 1989, che ha prodotto champagne memorabili per rotondità e generosità. Ed è così che si manifesta già questo 2006 Krug, assemblaggio basato sul pinot nero, che ne costituisce come da tradizione quasi la metà (48%), per la maggior parte proveniente dalla Montagne de Reims e dal celebre villaggio di Les Riceys nell’Aube, mentre lo chardonnay opulento e corposo (35%) si unisce alla freschezza del meunier (17%) di Leuvrigny e Sainte-Gemme. 

In occasione della presentazione ufficiale di Krug 2006, la Maison come spesso ama fare, ha riproposto l’altra Creation costruita attorno alla stessa vendemmia, e quindi Krug Grande Cuvée 162éme Edition. Una sinfonia di 142 vini che ricreano la complessità di Krug proprio a partire dall’annata 2006 completandone l’armonia con vini di riserva a ritroso fino al 1990. Ed è interessante il confronto tra i due champagne proprio perché pur individuando alcuni tratti della generosità dell’annata di riferimento, ciò che emerge in maniera più evidente è il fil rouge dello stile della Maison, quello stile Krug che regala agli champagne la capacità di essere riconoscibili pur non essendo mai uguali a se stessi. Ad oggi Krug 2006 si presenta straordinariamente generoso nel calice, ma questa apparente immediatezza figlia dell’annata lascia trasparire che molto ancora avverrà nella bottiglia col trascorrere del tempo, appagando coloro che accanto alla freschezza ricercano quella complessità evolutiva che solo un grande champagne sa dare.  

Krug 2006 Brut 

97/100 - € 350

Krug ID 118.014 - Oltre 12 anni nelle cantine Krug per sviluppare l’armonia di questo champagne a maggioranza pinot noir, con un terzo di chardonnay e un saldo di meunier. Oro brillante e soprattutto un perlage incessante che anticipa la cremosità delicata, soffice e avvolgente del sorso. Intensi aromi di mela golden croccante, pesca bianca matura e bergamotto, sensuale crema di nocciole e brioche al miele, venate di fresca soffusa verbena. Il palato è ricco e insieme vibrante, dove note di marzapane e scorza di mandarino alternano avvolgenza e tensione, in una persistenza che chiude sull’eleganza della frutta secca. 

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