Bisol, evviva il Cartizze Metodo Classico

di Riccardo Viscardi 05/12/18
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Gianluca Bisol nelle Vigne di Cartizze
Una serie di degustazioni fatte ci fanno pensare che la rifermentazione in bottiglia sia la più adatta ad esaltare le caratteristiche del Cartizze.

Bisol, la storica azienda del Prosecco, è ormai passata nelle mani del gruppo Lunelli, la famiglia trentina proprietaria del marchio Ferrari. In azienda sono rimasti Gianluca e Desiderio Bisol con importanti incarichi sia dirigenziali, Gianluca è il presidente, che produttivi, con Desiderio alla conduzione tecnica.

Durante l’ultima visita alla cantina storica di S.Stefano di Valdobbiadene abbiamo vissuto una bellissima esperienza. Oltre ai diversi Prosecco prodotti dall’azienda, con gli ultimi imbottigliamenti delle varie Rive e del Cartizze, abbiamo degustato anche il Private Metodo Classico 2014 di grande qualità; ma la degustazione più interessante ha riguardato le “basi” non ancora spumantizzate.

Quest’ultimo assaggio è stato rivelatore delle immense differenze tra i diversi vigneti di collina e gli altri. Queste differenze talvolta si attenuano durante la spumantizzazione, non tanto in Bisol, quanto in tanti altri interpreti della zona, probabilmente a causa del dosaggio piuttosto elevato dei prodotti. Il divario tra Prosecco di pianura a Doc e il Superiore Docg di Valdobbiadene e Conegliano diventa abissale all’assaggio delle basi, dando un valore aggiunto al prodotto talmente chiaro ed evidente che meriterebbe un maggiore differenziazione di prezzo tra i due tipi di Prosecco. Inoltre si valorizzerebbe anche il divario agronomico e di costi di produzione tra le due zone. Non vorremmo che il successo del prodotto portasse a un appiattimento della piramide qualitativa così ben articolata dagli organi responsabili delle denominazione.

Ritornando strettamente alla nostra visita ci piace ricordare le cataste di Cartizze metodo classico presenti nella cantina e anche il bellissimo angolo museale ricavato all’interno della stessa. Probabilmente la scelta del metodo classico sembra la migliore per esaltare il Cartizze e le Rive grazie alla grande capacità di permanenza sui lieviti, come dimostra il 2012 Private ancora in catasta e sboccato per un veloce ed interessante assaggio in cantina. Nella scheda trovate il 2014 già in commercio.

Valdobbiadene Superiore di Cartizze Private Dosaggio Zero 2014

Da uve glera. Metodo classico, sui lieviti per almeno 24 mesi. Paglierino scarico, ottimo olfatto su note di pesca, nespola e un leggero floreale molto intenso e nitido. Ottimo l’attacco gustativo con una carbonica raffinata e un'acidità salata e ben amalgamata alla tessitura del vino. Il finale è in perfetta corrispondenza olfattiva e di ampia persistenza.

94/100

€ 26

Valdobbiadene Prosecco Superiore Relio Rive di Guia Brut 2017

Da uve glera minimo 85% con saldo di uve bianche locali, dal cru Rive di Guia. Paglierino con lievi riflessi verdini e perlage fine. All’olfatto fresche note di menta, pera bianca, melone con un tocco floreale. In bocca è fine e fresco, saporito e succoso. Il nome Relio è un omaggio ad Aurelio Bisol, che era chiamato così.

93/100

€ 23

 

Valdobbiadene Prosecco Superiore Rive di Campea Extra Dry 2017

Da uve glera minimo 85% con saldo di uve bianche locali, dal vigneto di Campea. Giallo paglierino con riflessi verdognoli, perlage minuto. Naso di frutta matura, pesca gialla, papaja. In bocca è morbido e rotondo, fine e con un finale sul dolce molto piacevole.

92/100

€15

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