Peter Dipoli, vignaiolo polemico e appassionato

di Stefania Vinciguerra 04/12/20
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Peter Dipoli e Stefania Vinciguerra
Una visita da Peter Dipoli è istruttiva, così come una chiacchierata con lui che difende a spada tratta la necessità di esaltare le singole zone altoatesine.

Viaggiare in questi giorni ti fa sentire temerario e incosciente allo stesso tempo. Viaggiare per lavoro ti assolve parzialmente, ma la necessità di rispettare tutte le regole di sicurezza costringe a viaggiare con maggiore attenzione, senza rilassarsi mai. Fortunatamente la mia trasferta in Alto Adige per il Concorso Nazionale dei Sauvignon era stata organizzata con la massima attenzione e la necessità di mascherine, sanificazione, rispetto della distanza personale è scivolata via senza traumi, lasciandomi libera di godere di luoghi (e vini) di conclamata bellezza e bontà. A latere del concorso (di cui parlerò in un altro articolo) ho visitato tre aziende della zona di Cortaccia, tutte e tre di ottimo livello. 

La prima tappa è stata da Peter Dipoli, un vignaiolo sanguigno, polemico e innamorato della sua terra. L'azienda si trova a Villa, in comune di Egna, ma tutto è iniziato a Penon sopra Cortaccia, con il primo ettaro di sauvignon grazie al quale nel 1990 è nato il Voglar. Da lì l'azienda è cresciuta fino agli attuali 6,5 ettari che includono anche il vigneto Iugum nel vicino comune di Magrè da dove proviene l'altro vino bandiera dell'azienda: un taglio di merlot con un 15-20% di cabernet sauvignon. 

L'attenzione maniacale di Dipoli è verso il territorio e le singole vigne, di cui rispetta le caratteristiche soprattutto in relazione alle diverse annate, come hanno dimostrato gli assaggi che abbiamo fatto. Siamo partiti con la botte principale di Sauvignon 2020, dai profumi già nitidi e intensi di pompelmo rosa e un gusto di notevole acidità e salinità. Sarà interessante assaggiare il vino finito... lÈ stata poi la volta del 

Alto Adige Sauvignon Voglar 2017 

90/100 -  € 20

Da uve sauvignon. Vinificazione e maturazione in botti di acacia per circa 11 mesi. Colore paglierino brillante. I profumi sono delicati di sambuco con cenni agrumati. In bocca è fresco e agile, con una certa fragrante eleganza.

 

Dal 2017 siamo passati al 2012, un'annata favorevole che, a detta di Dipoli, è in grado di dimostrare tutto il potenziale del terroir.

Alto Adige Sauvignon Voglar 2012

95/100 – € 20

Da uve sauvignon. Vinificazione e maturazione in botti di acacia per circa 11 mesi. Paglierino dorato. Profumi intensi di pietra focaia e litchi, con ancora presenti in sottofondo il sambuco e le erbe aromatiche. Al palato è snello e teso, mostrando gran carattere. Deciso e dal finale fresco ed energico.


Con un salto di quasi 10 anni siamo approdati all'annata 2003, ricordata unanimemente come annata caldissima, perfettamente rispecchiata nel vino, che al naso aveva quasi completamente perso le caratteristiche varietali (scherza Dipoli: “le ha lasciate in vigna!”), mostrando solo qualche cenno di liquirizia. In bocca stava ancora in piedi, corposo, sebbene poco dinamico.

Un rapido passaggio all'Alto Adige Frauenriegel 2016 (nome di una parcella sul versante orientale tra Termeno e Cortaccia). Si tratta di un uvaggio paritario di merlot e cabernet franc, vinificate insieme e maturate un anno in barrique. Ottima annata, che fa emergere le note di mora e lampone al naso, in un corpo solido e di buona acidità.

A seguire due annate dello Iugum, la 2015 e la 2002. 

Alto Adige Merlot-Cabernet Iugum 2015

91/100 - € 36

Il taglio è definito dalla vigna, dove le due varietà crescono insieme dando una proporzione media 80%-20%. La maturazione è in barrique per un anno. Classico rosso rubino compatto e naso fine, con note floreali, di china e cenni di tabacco. All'assaggio è fresco e fruttato, il tannino è fine, il finale lungo che rimanda alla liquirizia.

Alto Adige Merlot-Cabernet Iugum 2002

92/100 – Fuori commercio

Stesso blend di merlot 80% con saldo di cabernet sauvignon, maturazione in barrique per circa 12 mesi, nuove per il cabernet, di secondo e terzo passaggio per il merlot. Molto scuro il colore. Al naso, dopo un’iniziale ovvia riduzione si apre con note ancora fruttate, Kirsch, ricordi di ribes nero, poi liquirizia, spezie con un sottofondo di tabacco. In bocca risulta fresco ed elegante, con gusto fruttato, tannini raffinati, finale lungo e saporito. 

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