Principesco ritorno al futuro
Gli ettari di vigneto sono pochi, aumentano con lentezza esasperante, seguendo il lentissimo passo che Alessandro Jacopo ha imparato dallo zio e dal padre, nel ruolo di quasi custode che si è ritagliato, rispetto alla funzione di proprietario che ben altre velocità gli permetterebbe. Non è detto che sia un male, anzi, ma forse la modernità ci ha abituati a ben altri ritmi, mentre qui siamo quasi in una bolla spazio-temporale da film di fantascienza.
Lo zio di Alessandro Jacopo portò la Tenuta ad essere famosa attorno agli anni ’50, producendo vini che bevuti adesso sono ancora straordinari e chi non ha avuto la fortuna di berli si deve accontentare della loro aurea leggendaria. Poi, inspiegabilmente lo zio spiantò tutti i vigneti e smise di produrre vino. Solo dopo alcuni anni, Alessandro Jacopo, riuscì a convincere lo zio a riprovarci, reimpiantando nuovi vigneti: con le stesse uve per il rosso, con differenti uve per il bianco. Lo zio così volle e così fu fatto.
Veniamo all’oggi. In azienda si producono un bianco e un rosso base ed un bianco e un rosso ben più importanti. Tutti vini che non esiterei a definire come compiutamente mediterranei e quindi squisitamente territoriali. Le tecniche, i ritmi e anche alcune delle persone che fecero i vini allora sono le stesse di ora. L’enologo è Lorenzo Costantini. Se qualche misurato cambiamento ci sarà lo si vedrà con i tempi cui qui sono abituati. Ho parlato a lungo con Alessandro Jacopo, squisito ospite, spero di aver intuito un qualche velato desiderio di voler riprovare a far vino anche con il semillon, com'era il leggendario bianco dell'epoca. Non ci resta che aspettare.'; $art = str_replace("http://doctorwine.it","https://www.doctorwine.it",$art); $art = str_replace("http://www.doctorwine.it","https://www.doctorwine.it",$art); echo $art; ?>