Spazio ai giovani da Conti Zecca

di Annalucia Galeone 06/09/19
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Clemente Zecca Conti Zecca
Ventiquattr’anni, curriculum già di rispetto, idee chiare: Clemente Zecca si espone in prima persona per portare nuova linfa alla storica azienda.

Conti Zecca è una delle realtà vitivinicole più antiche e importanti nel Salento. Passione, tradizione e cinque secoli di storia (di cui ottant’anni di vita dell'azienda), si intrecciano rispettando e valorizzando l'identità del territorio. Era il 1580 quando Francesco Antonio Zecca, imprenditore agricolo di origine napoletane, si trasferisce a Leverano. Nel 1884, per il ruolo propulsivo svolto nello sviluppo economico, Papa Leone XIII conferisce alla famiglia il titolo comitale. 

Le insidie e le sfide del tempo non hanno scalfito la gloria e l'intraprendenza. Nel ricambio generazionale non si avverte discontinuità, lo spirito di iniziativa è intatto. Oggi, l'eredità dei fratelli Alcibiade, Francesco, Luciano e Mario Zecca è stata affidata al giovane Clemente figlio di Mario, un lord dei giorni nostri. Ha ventiquattro anni e le idee ben chiare, laureato in Economia e Marketing a Roma alla John Cabot University, si è poi specializzato in Cultura del Vino Italiano a Pollenzo. Ha portato nuova linfa e stimoli all'impresa. “Innovazione e tradizione hanno un confine sottile, non bisogna esagerare e stravolgere - sottolinea Clemente Zecca -. L'innovazione fa bene al comparto quando trasforma il vino nella chiave di lettura del luogo. Sono contrario all'uso del drone o del cavallo in campagna, è imprescindibile la presenza del contadino e l'utilizzo di moderni macchinari per agevolare gli interventi in vigna”. Prosegue poi Clemente: “Il Salento piace ai turisti stranieri per la sua semplicità, ha uno charme particolare nello stile di vita e nel modo di fare. Non bisogna alterarlo con iniziative che soffocano la naturale vocazione. Forse all'inizio è mancata la professionalità perché siamo stati presi in contropiede dal successo inaspettato”. 

Clemente ha un forte legame con le sue origini, conosce i terreni palmo a palmo, ognuno ha il suo nome, tutto parte dal suolo. All'interno dei 320 ettari di proprietà ha individuato tre cru, ogni zona è identificata con una masseria di riferimento: Don Cola nella Doc Leverano, Rifugio a Veglie, Cantalupi nella Doc Salice Salentino. La produzione è da sempre sostenibile, con l'aiuto dell'agronomo Ruggero Mazzilli, collaboratore di Angelo Gaja e Angiolino Maule, sta procedendo alla conversione in biologico, già avviata cinque anni fa, per rigenerare i terreni e restituire forza e vitalità. Al momento sono stati trasformati 60 ettari. 

L'attenzione è focalizzata sulla linea bio Vini del Territorio, che simboleggia la tutela delle radici. Liranu, Rifugio, Mendola, Colavento e Venus sono vini dalla forte personalità, monovitigni dalle varietà autoctone primitivo, negroamaro, fiano, malvasia bianca e moscato. Nero è il più noto tra i Vini Icona, un blend di negroamaro e cabernet sauvignon, la prima annata risale al 1998, lo stile è internazionale, è stato ribattezzato Superpuglian, un’invenzione per strizzare l'occhio alla supremazia dei vini toscani e sottolineare il pregio dei vini di Puglia. L'enologo è Giorgio Maroni, allievo di Giacomo Tachis. Fanno parte della collezione Vini Icona Luna, un blend paritario di malvasia bianca e chardonnay. Il nome evoca la consuetudine ad assaporare questo vino in un'atmosfera conviviale. Terra è un aglianico in purezza, ricorda il rispetto reverenziale per la madre terra e l'impegno a non alterare il suo delicato equilibrio. Il primitivo si chiama Rodinò, che significa rosso in griko, dialetto neo-greco parlato nell'area salentina denominata Grecìa. Nell'immaginario popolare Rodinò era un folletto avvolto in un mantello rosso, nelle tenebre della notte distribuiva il nettare di Bacco.

Nero 2003

95/100 – € 44

Da uve negroamaro 70% e cabernet sauvignon 30%. Matura 18 mesi in barrique di rovere francese e affina 6 mesi in bottiglia. Annata calda. Rosso granato intenso, naso ampio, esprime all'olfatto la sua complessità con sensazioni fruttate di amarena sotto spirito e di sottobosco, note speziate, tabacco e cuoio con un finale di liquirizia. Al palato è avvolgente, elegante, fresco, tannino evoluto dalla lunga persistenza. 

12.000 bottiglie prodotte. 

Nero 2005

91/100 – € 40

Da uve negroamaro 70% e cabernet sauvignon 30%. Matura 18 mesi in barrique di rovere francese e affina 6 mesi in bottiglia. Annata più equilibrata rispetto alla 2003. Colore rubino scuro. Regala al naso un bouquet di frutti rossi, amarena e mora, note vegetali e balsamiche, caffè e vaniglia. Trama tannica equilibrata e persistente. Buon finale. 

12.000 bottiglie prodotte. 

Nero 2016

94/100 - € 23

Da uve 70% negroamaro 30% cabernet sauvignon. Matura 18 mesi in barrique francesi e poi 12 in botti grandi. Affina minimo 6 mesi in bottiglia. Colore granato cupo, presenta al naso un grande ventaglio aromatico, frutti rossi, spezie, carruba, caffè e cioccolato. Palato morbido e caldo con una trama tannica perfetta. Finale davvero convincente e di ottima persistenza. Un giovane scalpitante già di gran classe.

In vendita da Natale.

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