L’Amandorlato di Montecariano

di Sissi Baratella 09/04/21
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Montecariano vecchie annate
Difficile da fare, questo vino tradizionale - idealmente a metà tra Amarone e Recioto - rischia di essere dimenticato, sebbene appartenga alla storia della Valpolicella.

Era la fine degli anni ’90, al massimo inizio 2000. Marco Galtarossa, enologo e titolare di Montecariano, e Pietro Babini, enologo di Montecariano, assaggiarono per la prima volta un Amandorlato, era un 1983 di Giuseppe Quintarelli. Volgarmente detto “Recioto scapà” (scappato), perché idealmente si colloca a metà strada tra il gusto di un Amarone e quello di un Recioto della Valpolicella. Questo prodotto in realtà, a patto che sia eseguito a regola d’arte, rivendica un’identità forte e sua. 

Si fa con le stesse uve autoctone veronesi dei più famosi “cugini” Docg e anche in questo caso le uve vengono lasciate appassire naturalmente. Ad accrescerne il fascino il fatto che non si può fare in tutte le annate. Sono più quelle che si saltano di quelle che si riescono a portare alla bottiglia. E il motivo è semplice, per ottenere l’inconfondibile e caratterizzante sentore di mandorla amara le uve devono subire un appassimento piuttosto lungo e “stressante”, fino a febbraio dell’anno successivo al raccolto. Perché questo avvenga l’inverno deve essere molto freddo e le uve perdere circa il 50% del loro peso. Il risultato è un vino rosso con un residuo di zucchero naturale attorno ai 35 g/l e un tenore alcolico che si aggira sui 16% vol

Lo stress dovuto all’appassimento prolungato, quindi all’alta concentrazione di zuccheri, alla bassa temperatura di fermentazione (siamo in inverno!) e al drastico arresto fermentativo, per lasciare il vino dolce, fanno sì che il bouquet si arricchisca anche in sentori volatili. Sentori che fanno parte del gioco e che, se equilibrati, non faranno altro che donare punte di freschezza accanto al sentore di mandorla con la buccia, amaricante e polverosa. 

A scanso equivoci preciso che sto parlando dell’Amandorlato Igt (Veneto Rosso Passito), poiché vi potrà capitare di imbattervi anche nel Recioto della Valpolicella Amandorlato Docg, che (volendo semplificare) si differenzia per un residuo zuccherino più alto (>40 g/l), anche se comunque inferiore a quello di un Recioto della Valpolicella (che normalmente si aggira tra gli 80 e i 110 g/l). 

Dopo quel primo assaggio, rimasti folgorati da unicità, complessità e stile (per la serie: Quintarelli colpisce ancora…) e animati da uno spirito entusiasta di affrontare una nuova sfida decidono che avrebbero provato a produrlo anche a Montecariano. 

Ci troviamo in Valpolicella Classica, a San Pietro in Cariano; di questa piccola azienda famigliare vi abbiamo già raccontato qualcosa in passato.

Primo anno di produzione 2001, quell’anno era Recioto della Valpolicella Amandorlato, per la seconda annata devono aspettare il 2004, in quell’anno ottiene anche la fascetta della Doc, poi un gap considerevole, si salta all’annata 2011, ancora Recioto della Valpolicella Amandorlato, doppietta fortunata perché nel 2012 si replica, quest’anno figura come Veneto Rosso Passito Igt. E così arriviamo a oggi, con il 2015 che riposa in botte. 

Per ogni annata prodotta, parliamo di pochissime bottiglie, circa 1500-2000 da mezzo litro, il vino riposa prima in caratelli da 54 l per 6 mesi, poi passa in tonneau da 550 l per 1 anno e mezzo circa, infine legno grande (se la quantità di vino prodotta lo permette). Segue la bottiglia dove, parlo per esperienza, evolve molto lentamente. 

Ho avuto la fortuna di fare una piccola verticale di questo vino, unico e inimitabile, decisamente non per tutti, decisamente da salvaguardare. Difficile da fare, rischia di essere dimenticato, sono davvero in pochi a produrlo, sebbene appartenga alla storia della Valpolicella. 

Tutte le quattro annate sono state stappate al momento e decantate con Decanterino, uno strumento di pensiero e fattura italiani che non conoscevo ma che ha effettivamente aiutato il vino ad aprirsi rimuovendo disarmonie da “vino che ha bisogno di respirare”. 

Recioto della Valpolicella Classico Amandorlato 2001

91/100 - Esaurito

Da uve corvina, corvinone, rondinella e molinara, appassite fino a febbraio. Matura in caratelli da 54 l, poi tonneau per minimo 5 anni. Rosso granato, trasparente e limpido. Al naso è pulito con note di frutta secca e una polverosità non invadente. Rinfresca con un leggero sentore di vernice. Ricorda il rabarbaro e a tratti ancora la prugna secca. Dopo un po’ nel calice libera sentori di caramello e di chiodi di garofano. In bocca è equilibrato, spinge con acidità e freschezza, nel tempo si è smagrito ma è ancora teso e mediamente sapido.
*bottiglia da 0,500

Recioto della Valpolicella Classico Amandorlato 2004

89/100 - Esaurito

Da uve corvina, corvinone e rondinella, appassite fino a febbraio. Matura in caratelli da 54 l, poi tonneau per minimo 5 anni. Granato con riflessi sorprendentemente brillanti. Naso con note dolci, a ricordare il miele, ancora presente qualche ricordo fruttato. In bocca entra potente, caldo, dolce ma subito dopo astringente. Un’annata in cui tutte le sensazioni sono accentuate, dalla nota di acetone alla dolcezza finale. Intrigante il naso quando si apre in noce moscata. 
*bottiglia da 0,500

Recioto della Valpolicella Classico Amandorlato 2011

90/100 - Esaurito

Da uve corvina, corvinone e rondinella, appassite fino a febbraio. Matura in caratelli da 54 l, poi tonneau per minimo 5 anni. Rubino intenso al centro e unghia granata. Al naso cioccolato e ciliegia, un Boero da manuale. Poi arriva la dolcezza della prugna Sunsweet. Non mancano note vivaci speziate. In bocca entra dolce, poi chiude asciutto. Pulito, mediamente cremoso dal finale polveroso. Ricorda la sensazione di una mandorla con la pelle. Il finale è agrumato.  
*bottiglia da 0,500

Amandorlato 2012

92/100 - € 70*

Da uve corvina, corvinone e rondinella, appassite fino a febbraio. Matura in caratelli da 54 l, poi tonneau per un minimo di 5 anni. Rubino intenso, con riflessi scuri. Profumi dalla viola alle note speziate, non manca la frutta secca tra cui la mandorla regna sovrana. In bocca è piacevolmente cremoso dal finale amaricante e polveroso. Cioccolato e cacao amaro persistono insieme a una nota di arancia rossa. È complesso, in continuo alternarsi tra freschezza, dolcezza e tensione. Ha una lunga strada davanti a sé. 
*bottiglia da 0,500

Amandorlato 2015

Anteprima, campione da botte

Da uve corvina, corvinone e rondinella, appassite fino a febbraio. Sta maturando in caratelli da 54 l. Rubino con note violacee. Al naso domina l’uva passa e si riconosce il fico bianco fresco e secco. Arriva poi una nota di caramello. In bocca è amaricante, il finale teso con note di cacao. Dal gusto pulito e intenso. 

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