Amarone Opera Prima, anteprima 2017

di Sissi Baratella 01/07/22
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Opera Prima - Anteprima Amarone 2022
Tre giorni dedicati all’anteprima dell’Amarone con i vini della Valpolicella a fare da contorno. Una bella manifestazione che ha visto Verona al top e i vini al meglio.

Opera Prima, e speriamo non ultima! Il popolo di partecipanti alla scorsa anteprima Amarone, tenutasi a Verona, si è di fatto diviso tra chi l’Anteprima la vuole di nuovo a giugno e chi invece la vorrebbe rivedere a febbraio. Io? Giugno, senza esitare. E vi spiego perché. 

A giugno l’Amarone è più pronto rispetto a febbraio. Mi è infatti capitato di assaggiare più vini fatti e finiti (si fa per dire) che campioni da botte. Campioni per i quali lo sforzo di immaginazione deve essere sempre tanto. 

La stagione calda inoltre permette di godere in tutto e per tutto la città di Verona, una città che “all’aria aperta” regala moltissimo e di cui l’Amarone può esserne sovrano. 

Verona città dell’Amore? No grazie, Verona città dell’Amarone! Ecco che la denominazione Valpolicella si appropria, prendendoli solo in prestito è ovvio, degli spazi simbolo della città scaligera. E lo fa a pieno titolo in quanto, dei quasi 8600 ettari di vigneto, per 19 comuni tra Verona e provincia, la bellezza di 1300 sono proprio nel comune di Verona. Notizia che non ci deve sorprendere essendo Verona una città per lo più collinare, il cui centro storico è abbracciato dal Fiume Adige che custodisce l’anfiteatro romano che a Verona prende il nome di Arena. “Opera Prima” fa proprio riferimento alla prima dell’Aida in Arena. L’Opera verdiana è la più amata dai veronesi, pensate solo che pure i cori dell’Hellas Verona sono fatti sulla marcia trionfale. E lo so pure io che di calcio non mi interesso proprio per niente. 

L’invito a assistere alla prima di Aida infatti è arrivato proprio dal Consorzio di Tutela Vini della Valpolicella, per rendere questa Amarone Experience ancora più memorabile. Impresa ardua e difficile soprattutto tenendo conto che la sera precedente c’era stata una cena di gala presso l’esclusivo Giardino Giusti; continuare a sorprendere a questo punto non era di certo facile. Aida l’ho vista tutta, e me ne sono assaporata tutti e quattro gli atti, libretto munita ovviamente… la prossima volta proverò Amarone munita, magari è la volta buona che capisco cosa dicono senza doverlo leggere. Battute a parte, il focus di quest’anno è stato sull’annata 2017 in termini di anteprima.

Inoltre è stato acceso un nuovo faro su un argomento che può sembrare banale ma che invece interessa proprio tutti, esperti bevitori di Amarone e neofiti ai primi approcci. Mi riferisco alla risposta alla domanda: con cosa lo abbino? Amarone della Valpolicella si porta addosso il peso di essere un vino rosso, corposo e alcolico. Di conseguenza inevitabile partner a tavola di bolliti, stracotti e formaggi stagionati. Ma con un vino di cotanta potenza e figlio di rara tradizione davvero non si può andare oltre l’antico schema? È così nato un percorso di degustazione e abbinamento cibo vino celebrativo della versatilità di questo vino e dei popoli che lo apprezzano tanto.

Lo chef Portinari di La Peca, due stelle Michelin del vicentino, ha proposto quattro piatti ispirati a quattro culture diverse abbinate a quattro Amarone dallo stile leggermente differente tra loro. Sono così stati omaggiati la Scandinavia con una capasanta arrosto, succo di crostacei, asparagi fermentati e carpaccio di cervo marinato. L’Asia, con un’anguilla arrostita, anguria, angostura e alloro. La Germania con dei ravioli di bretzel, cavolo cappuccio, cren, senape e cumino, con una concentrazione di stinco arrosto. E per finire il Nord America con una Cherry Cheek Pie, stracotto di manzo con salsa barbecue e ciliegie. 

Esperimento riuscito? Finché c’è lo chef stellato sì, vi farò sapere cosa mi inventerò “dalla mia cucina”. La voglia di sperimentare non manca, magari anche con proposte vegetariane o vegane.
NB: Fondamentale alleata è la corretta temperatura di servizio.

Vino quindi importante, figlio di territorio e tecnica, rosso, da uve autoctone, da appassimento, strutturato e concentrato, potente, versatile e internazionale. Sono solo alcuni, ma forse i più rappresentativi, aggettivi che possiamo usare per descriverlo. Nell’annata 2017 non ha mancato di farsi riconoscere. 

Fu un’annata abbastanza difficile, ma in zone diverse per motivi diversi. La ricordiamo per le immagini drammatiche provenienti da alcuni vigneti della Franciacorta dove, dopo essersi proclamata annata precoce, non avendo avuto un inverno piovoso e avendo scaldato in fretta le temperature primaverili. Ha poi sorpreso tutti con una gelata tardiva dopo la metà di aprile. Gelata che fu fatale per i germogli dei vitigni internazionali e precoci di quella zona. Non che nel veronese non se ne sia sofferto per niente, ma possiamo dire che la Valpolicella l’ha scampata alla grande. Un po’ grazie alle varietà autoctone tipicamente più tardive, un po’ grazie alla pergola che ha protetto i germogli. 

L’annata si è confermata precoce anche in Valpolicella, con una vendemmia leggermente anticipata e fasi fenologiche più ravvicinate causa il caldo e la siccità di luglio e agosto. A settembre sono poi arrivate le piogge a restituire un po’ di ristoro a piante e viticoltori. Ricordiamoci però che troppe piogge in autunno e inverno possono compromettere la buona riuscita dell’appassimento a conferma del fatto che la Valpolicella scrive un percorso tutto suo. Non sarà forse annoverata tra le grandi annate, ma di certo sarà un’annata memorabile.

L’evento è proseguito con il solito walk around tasting e assaggio in batteria delle anteprime in Gran Guardia. Unico elemento che non è variato dagli anni precedenti e forse quello che dovrà cambiare per le prossime edizioni. La fase della sperimentazione ha ormai avuto inizio e non si torna più indietro! A riguardo faccio il mio più sincero in bocca al lupo al Presidente del Consorzio Cristian Marchesini, che ha condotto a testa alta tutto l’evento, al suo staff, giovane, competente e disponibile, e ai produttori tutti, ovviamente! 

Per finire un po’ di numeri. Valpolicella Ripasso regna ancora sovrano nelle vendite, amato in Italia e all’estero, fu davvero una fortunata intuizione. Ma buone nuove anche per Valpolicella e Amarone. A chiusura 2021, cito, balzo senza precedenti delle vendite per il Valpolicella grazie a uno scatto della domanda italiana del 31% e un export in crescita dell’8%. Ma secondo Nomisma Wine Monitor va all’Amarone il premio per la miglior performance, con un boom di vendite +24%, export + 16% con un +39% a valore sul mercato interno.  

L’Amarone del futuro. 

Sarà soprattutto sostenibile e versatile, compagno di quotidianità come dei momenti importanti. L’impegno dei produttori, e del Consorzio con loro, sarà quello di mantenere alto il valore economico e sociale di questo vino, protagonista di un territorio ma anche ambasciatore del made in Italy nel mondo. 

Ecco qualche assaggio, non solo di Amarone da questa tre giorni.

Terre di Leone
Amarone della Valpolicella Classico Re Pazzo 2017

92/100 - € 40,00 

40% Corvina, 30% Corvinone, 20% Rondinella, 10% Oseleta appassite. Matura in botti da 25 e 10 hl per 42 mesi. Rubino intenso. Naso con note di spezia nera tostata e un po’ di cannella. L’attacco al palato è dolce, ricorda la cera d’api e un aroma di amarena, gusto lungo. Retro nasale intenso nuovamente di amarena. Dalla beva imbattibile. 


Villa San Carlo
Amarone della Valpolicella Riserva 2016

92 - € 70,00

60% Corvina, 25% Corvinone, 10% Rondinella, 5% Croatina. Matura per 36 mesi in tonneau. Rubino scarico ai bordi. Al naso note di caffè dolce e liquirizia, ovviamente frutta rossa. Al palato arriva salato, fa salivare con note sapide, balsamiche e di agrume rosso. Gusto equilibrato. Interessante, non lo conoscevo e lo terrò d’occhio.


Ca’ la Bionda
Valpolicella Classico Superiore Casalvegri 2019

91/100 - € 20,00 

70% Corvina, 20% Corvinone, 10% Rondinella e Molinara. Matura per 18 mesi in botti da 30 hl. Rubino tipico. Speziato al naso con note dolci e cremose. Sottofondo quasi vegetale. Al palato è balsamico con un ricordo di frutta gialla. Fresco e lungo, secco e salato. Conserva una piacevole acidità che lo rende perfetto per la tavola. 


Roccolo Grassi
Recioto della Valpolicella 2017

95/100 - € 40,00 la bottiglia da 0,375

55% Corvina, 20% Corvinone, 15% Rondinella, 10% Croatina. Matura per 18 mesi in barrique (20% nuove). Rosso intenso con sfumature nere. Naso intenso e scuro, cremoso e profondo. Note di fico rosso, dattero, albicocca e note balsamiche. Al palato ancora profondità, dolcezza e acidità in un continuo susseguirsi tra alti e bassi di intensità e freschezza.

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