ViniVeri 2022: ritrovarsi dopo due anni difficili

di Dario Cappelloni 03/05/22
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Foto di gruppo conclusiva ViniVeri 2022
La degustazione di Cerea è la più interessante tra quelle dedicate ai vini naturali.  Quest’anno, oltre alla novità “politica” del manifesto di Vodopivec e Sangiorgi, si segnalano alcuni vini da non perdere.

Dall’8 al 10 aprile si è tenuta a Cerea la 17° edizione di ViniVeri dopo due anni di interruzione causa pandemia. Oltre 100 gli espositori e grande affluenza di pubblico e operatori. 

Quella di Cerea è a mio parere, da anni, la più interessante manifestazione di vini artigianali che si tenga in Italia soprattutto in un momento in cui le fiere di questo tipo si sono moltiplicate in maniera esponenziale. Grande organizzazione, ma soprattutto chiarezza di intenti sulle prospettive di un settore sicuramente in grande sviluppo, ma dove sono presenti alcune zone d’ombra e ambiguità non di poco conto. 

Non per niente il presidente di ViniVeri Paolo Vodopivec e il giornalista Sandro Sangiorgi hanno ritenuto necessario dover sottolineare, senza peli sulla lingua, le problematiche che la questione “vini naturali” sta sollevando. I commenti sono stati numerosi e immediati. Non mancheranno ulteriori discussioni e polemiche, ma tanto meglio se servirà a fare un po’ di chiarezza.

Per chi non avesse seguito la questione o letto il manifesto La forma e la sostanza, le luci e le ombre, rimandiamo all’editoriale della settimana scorsa del direttore Daniele Cernilli, a questo link

Di seguito una piccola miscellanea dei vini, tra i più interessanti assaggiati. 

Paolo Vodopivec ci regala una versione di Solo MM18 che conduce la Vitovska a livelli difficilmente immaginabili per carattere ed eleganza. Dal nord all’estremo sud un Passito di Pantelleria 2014 di Ferrandes tanto buono e affascinante quanto difficile da reperire. Poi due nebbiolo molto diversi ma dalla personalità inconfondibile: il Barbaresco Rio Sordo 2019 di Cascina delle Rose e il Bramaterra 2018 di Antoniotti. Proseguiamo con lo Chateau Rayas del Piceno, il Kupra 2018 di Oasi degli Angeli. 

Tra le novità di quest’anno una piccola azienda sarda, Cantine di Neoneli, che ha presentato una batteria di vini molto buoni, territoriali e tecnicamente ben fatti. Dall’Abruzzo un Montepulciano d’Abruzzo Quarantacinque Selezione 2017 dell’azienda Massetti, tanto imponente quanto equilibrato. Dal Lazio due splendidi rossi che ormai rappresentano una vera sicurezza: l’Habemus 2020 di San Giovenale e il Cesanese del Piglio Priore Vignali 2020 della Visciola.

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