Lacrima di Morro d’Alba: un vino dai due volti?

di Francesco Annibali 30/01/20
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Lorenzo Marotti Campi Stefano Mancinelli
La versione annata dà il meglio di sé in gioventù, per via della travolgente carica aromatica, ma la Superiore dimostra di saper invecchiare con risultati interessanti.

Metti due dei produttori top di Lacrima di Morro d’Alba, Stefano Mancinelli e Lorenzo Marotti Campi delle rispettive e omonime aziende, metti una trattoria marchigiana eccellente (e troppo poco nota), Dal Mago a Morro d’Alba, e prova a porre la Lacrima di Morro d’Alba in verticale, alla sfida del tempo: è quello che è andato in scena tempo fa, con risultati sopra le aspettative. Una sfida che voleva porre qualche dubbio sull’abitudine di consumare la Lacrima di Morro d’Alba sempre e solo giovane e profumatissima, quando in realtà l’imponente carica polifenolica che caratterizza le bottiglie migliori consiglia un po’ di pazienza.

E infatti la cena degustazione ha confermato quello che, sottobanco, alcuni produttori ripetono ormai da anni, ovvero che la Lacrima di Morro d’Alba “annata” e la versione Superiore andrebbero affrontate in maniera diversa: se infatti la prima dà il meglio di sé nei primi anni, quando la carica aromatica travolge il bevitore, il discorso cambia parecchio con le selezioni, che hanno dimostrato di affrontare senza problemi affinamenti ben superiori ai 10 anni. 

Beninteso sono molti ancora gli interrogativi da sciogliere quando si vuole fare una Lacrima di Morro d’Alba Superiore ambiziosa: se infatti la personalità aromatica del vitigno è fuori discussione, al momento non esiste un protocollo condiviso sul tipo di estrazione da percorrere e sul tipo di legni da utilizzare per l’affinamento. La Lacrima può infatti raggiungere estratti portentosi, ma proprio per questo rischiare di restare come “implosa” in vetro, senza sciogliersi in terziarizzazioni positive.

La serata Dal Mago ha confermato proprio che si tratta sempre di un vino di bocca, che nella persistenza non aggiunge molti profumi a quelli del naso; ma la serata ha anche fugato, in maniera direi definitiva, i dubbi sulle potenzialità evolutive: al netto delle differenze stilistiche tra la Superiore di Mancinelli, più cupa, sul filo della riduzione, e l’Orgiolo di Marotti Campi, più importante e modellata nel legno, la Lacrima di Morro d’Alba Superiore al meglio sviluppa un arco evolutivo ben superiore ai dieci anni, con note balsamiche molto intense, un temperamento freddo (il Mediterraneo è nel colore, verrebbe da dire) e un tannino austero ma dolce. 

Una bottiglia su tutte: Orgiolo 2002 Marotti Campi. 

Buona ricerca!

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