Chef Carlo Andrea Pantaleo, istinto primitivo

di Sissi Baratella 26/10/22
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Carlo Andrea Pantaleo tecnica del fuoco Milano37 Restaurant
Conosci Milano37? Probabilmente no, anche se sei di Milano. Eppure dista solo pochi km dal centro città, raggiungibile anche con la metro verde. Milano37 si trova a Gorgonzola, in via Milano 37 appunto, ed è un ristornate che merita la visita. 

La location non ti aiuta a trovarlo, ci devi proprio arrivare perché non è uno di quei ristoranti in cui ci inciampi dentro. Detto ciò lo spazio non manca, è ben studiato (e recentemente rivisitato) e anche all’interno ci si gode la luminosità che penetra dalle ampie vetrate. Milano37 è uno di quei ristoranti in cui la mise en place è moderna, non eccessiva ma ben curata. I calici sono adeguati (e sostituiti di vino in vino), la scelta dei piatti non manca di fantasia, il tovagliato non c’è ma permette ai solidi tavoli di emergere e contrastare nei colori coi piatti. 

La proposta prevede dai cocktail, al menù alla carta fino a percorsi di degustazione. La spesa media è alla portata di un pubblico abbastanza ampio, non eccessivamente cara né del tutto economica evidentemente, ma non si esce con la fame e soprattutto ci si torna volentieri. Carta vini rappresentativa di tutto il territorio nazionale, con proposte sia alla bottiglia che al calice e percorsi di degustazione in abbinamento ai piatti. Responsabile principale dei vini è il maître (e socio) Enrico Rizzo, di origine veronese ma adottato dalla Lombardia. 

Fatte le dovute premesse, c’è forse una cosa su tutte che emerge e che contribuisce enormemente a caratterizzare questo ristorante, il suo chef. Supervisionato, a distanza, da Gennaro Vitto, direttore creativo, attivo in cucina c’è Carlo Andrea Pantaleo. Anche lui tra i soci del locale, con suo padre, appena trentenne ha una grandissima passione… per il fuoco!

Giovane, ma non troppo, ha già imboccato una strada precisa per la sua cucina. Non è ancora arrivato, né si sente tale, ma sono certa che se seguirà il suo istinto di soddisfazioni ne continueranno ad arrivare. Certo il più grande riconoscimento è avere la sala piena, ma qualche pacca sulla spalla da chi di ristoranti ne gira parecchi spero faccia piacere. E per me se la merita tutta. 

L’esperienza a Milano37 mi ha incuriosita proprio grazie a questa sorta di visione primitiva di cucina del suo cuoco e chef, che affascinato dal fuoco ne fa largo uso. Non ha ancora sostituito del tutto i fornelli convenzionali, ma il passo non è poi così lontano. E la scelta, visti i tempi che corrono, potrebbe anche sembrare dettata dal caro bollette. In realtà fa parte di una visione ben radicata e ragionata. 

Da anni ormai Carlo Andrea Pantaleo sperimenta col fuoco. E con questo brucia, griglia, cuoce, scalda le materie prime e poi le rielabora. Le trasforma sulla fiamma viva, sui carboni ardenti, sotto la cenere calda. Il gioco sta nel cambiare le consistenze e mischiare i sapori che sono sempre quelli di casa, riconoscibili e rassicuranti ma con quel qualcosa in più. Le porzioni sono decisamente generose, il rapporto qualità/prezzo ottimo, ma la curiosità di vedere come andrà avanti il suo processo creativo batte tutte queste ragioni per tornarci. Non si è inventato niente, per così dire, sia chiaro, ma quello che fa lo fa bene e (almeno credo, e spero) sembra proprio avere un progetto in testa. 

Le portate cambiano in base alla stagione e alla disponibilità di ingredienti. Ma alcuni must have dal menù tendono a non uscire mai. Un esempio clamoroso, e goloso, sono gli spaghetti aglio olio e peperoncino. Che detta così può sembrare una banalità, ma non lo è affatto. A arricchire la ricetta fiordilatte e gambero rosso crudo. A “prova di bacio” grazie alla lavorazione che subisce l’aglio, la tecnica batte l’alitosi. Altro piatto ordinatissimo è la melanzana alla brace con mousse di melanzana, concentrato di pomodoro, polvere di olio di oliva e cipolline. Ma tra quelli assaggiati il mio preferito è stato lo gnocco di patate piastrato con astice, lattuga e vaniglia. Un piatto di un equilibrio davvero ben riuscito tra parte grassa, vegetale e quella dolce. 

I percorsi degustazione prevedono sempre anche delle entrate, curate e raffinate, dei pre-dessert e dessert finale. Altra nota molto positiva, c’è una pasticciera in cucina! I dolci sono davvero molto buoni e non banali. Non arriverete mai affamati al dolce ma lo spazio lo troverete sicuramente. Io ho assaggiato un tris di mini stecchi gelato realizzati in casa, dai colori sgargianti e dalle combinazioni di sapori entusiasmanti. Il mio preferito quello agli agrumi rivestito di cioccolato ruby. 

Vale la visita, specialmente se da milanesi vi va di evadere dalla frenesia metropolitana e dedicarvi del tempo per tenere le gambe sotto al tavolo. Io ci tornerò senz’altro! 

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Milano37 Restaurant
26/10/22 Redazione




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