Eufrosino Osteria a Roma, qui il Santo ci ha messo del suo

di Iolanda Maggio 27/08/20
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Eufrosino Osteria Roma - Piatti vari sul tavolo
Il miracolo è che Eufrosino Osteria, aperta a gennaio 2020, nonostante la chiusura forzata è riuscita a incantare chiunque ci sia andato con i piatti dello chef Paolo D’Ercole.

Sì, siamo in periferia, un sobborgo che già dire non sia proprio il clou della movida è un eufemismo… per farla breve, qui non ci passi per caso ma, pur venendo dalla parte diametralmente opposta della Capitale, garantisco che arrivare a via di Torpignattara 188 percorrendo 40 km da Monte Mario è solo un piacere pregustando i piatti dello chef Paolo D'Ercole.

Già arrivando ti trovi davanti uno degli ultimi acquedotti romani, l'acquedotto Alessandrino - data di realizzazione 226 dC - e non è proprio una cosa da niente, anche se chi vive a Roma neanche ci fa tanto caso… fossimo negli Stati Uniti invece che a Torpignattara ci sarebbe un religioso pellegrinaggio (per entrare in tema di Santi). Eufrosino infatti, da cui prende nome il locale, è il santo patrono dei cuochi, un umile contadino che lo chef vuole “onorare” col suo lavoro certosino fatto, prima che ai fornelli, di incontri con agricoltori, contadini, macellai, piccoli fornitori e rappresentanti di vino. Storie di gente, di lavoro e passione che viene prima di ogni cosa. Come per le fondamenta di una casa, il lavoro di uno chef parte da questo, dalla selezione quotidiana di cosa mettere in dispensa e questo per Paolo D’Ercole è palesemente un culto e nei suoi piatti i risultati si vedono. 

Bene, detto questo, il locale ricrea l'atmosfera delle vere trattorie di una volta. Tavoli di legno, boiserie alle pareti, vecchie stampe in tema culinario e meravigliosa vetrata sulla cucina (unico tocco di contemporaneità) per assistere in diretta all'operoso lavorio in corso del servizio, nonostante le dovute distanze Covid che rendono gli spazi tra i tavoli una sorta di pista da ballo stile balera. 

I piatti? Una chicca dopo l'altra. La cucina non è quella delle solite trite e ritrite proposte romane di cacio e pepe, amatriciana, carbonara, abbacchio e chi più ne ha più ne metta in una sorta di gara non tanto tacita tra chef a "io la faccio meglio"... Qui l'ode culinaria santifica e omaggia di volta in volta tutti i piatti più allettanti e simbolici della cucina regionale italiana abbracciando a rotazione tutto il territorio nazionale che in quanto a fantasia, bontà e varietà non ha da che invidiare a nessuno al mondo. Diciamo che lo chef ci ha visto lungo in questo senso potendosi così sbizzarrire, divertire e far divertire gli avventori allettandoli ogni volta con piatti davvero di sorprendente succulenza. Siamo a mio parere in una delle migliori trattorie della città e questo risultato è stato raggiunto miracolosamente parlando nei pochissimi mesi della sua apertura: Gennaio 2020. Una delle ultime “opere” di Marco Pucciotti, che già annovera nel suo portfolio gastronomico nomi molto noti del palcoscenico mangereccio e sembra essere ormai inarrestabile, inanellando un successo dopo l'altro. 

Il menù varia stagionalmente, settimanalmente, forse a volte anche quotidianamente, come del resto per tutti gli chef che fanno diligentemente la spesa ai mercati e acquistano solo il meglio di quello che trovano. Tra gli antipasti ho iniziato da un piatto del basso Lazio: la Tiella di Gaeta, croccante torta salata leggermente piccante ripiena di polpo, olive di Gaeta e pomodorini dolcissimi. Mi sposto in Veneto con la Ciriola (fatta nella pizzeria accanto - A Rota Pizzeria Romana - della stessa proprietà) imbottita generosamente di baccalà mantecato. Poi scendiamo diagonalmente giù per la penisola con le Polpette di melanzane calabresi cotte nel forno a legna, “aggiustate” con formaggio di pecora e accompagnate da una perfetta maionese alla ‘nduja. Meravigliose! Ultimo assaggio: I fegatelli di maiale nella rete cotti alla brace...e quelle due gocce di agresto ci stanno a fagiolo!

Non da meno i due primi scelti: vorrei andare in Sardegna, ma le esigenze lavorative non me lo consentono…bene, il desiderio della Fregola con le vongole veraci è stato pienamente soddisfatto. Il sapore era proprio quello “giusto”. Dato che a quel punto il saltellare da una regione all’altra mi stava proprio stuzzicando non rinuncio ad una puntatina in Abruzzo dove la Chitarrina cacio, ova e pecora sono un must… e nonostante le temperature non proprio invernali l’ho trovato un piatto leggero, ben fatto, cremoso, saporito e ingentilito da un leggerissimo profumo di zeste di limone a rinfrancare la grassezza del boccone godereccio. 

Decidiamo di rinunciare a questo punto al secondo…. ma ecco lì, vedo passare una bellissima frittura di calamari, mannaggia la miseria! Come fare a non chiederne una porzioncina da dividere in due? Croccante la frittura, freschissimi e profumati i calamari, asciutto al punto che l’intingerne ogni pezzetto nella delicata salsa rosa maison è assolutamente necessario, mi ripeto per reprimere i rimorsi di coscienza.

“Fatto trenta tanto vale fare trentuno” come disse papa Pio X secondo la ben nota diceria, alla dieta provvederà qualche altro Santo in settimana… ed ecco arrivare a tavola un bellissimo bicchiere colmo di Cuccìa Siciliana, dolce al cucchiaio con ricotta di pecora, grano cotto, frutta candita e cioccolato fondente; ricorda un po’ il ripieno della pastiera napoletana ma più buono ancora. Il secondo dolce è ferrarese: la Tenerina con crema al mascarpone. Dolce, vero, ma non stucchevole grazie al buonissimo cioccolato utilizzato per la morbida torta che ricorda molto il brownie per consistenza - crosticina bella croccante e tenero impasto che assorbe voluttuosamente la crema di accompagnamento.

Vini sfusi come tradizione comanda in ogni trattoria che si rispetti ma anche una bella carta di vini in bottiglia con qualche Champagne tra le bollicine e nomi molto importanti tra i bianchi e rossi nazionali. 

Rapporto qualità/prezzo “da bonus” come direbbe qualche guidaiolo esperto...ma io valuto col mio metro: palato/portafogli che più o meno è la stessa cosa. 

Se non ci siete ancora stati, è una tappa obbligatoria per chi ama mangiare molto bene in un ambiente informale spendendo incredibilmente poco (scelta del vino a parte).

Complimenti quindi a Eufrosino che in una manciata di mesi, interrotti per giunta dalla chiusura forzata, è riuscito a ottenere consensi a profusione, e come sempre, il passaparola è il miglior biglietto da visita in assoluto. 

 

Eufrosino Osteria

Via di Torpignattara, 188
00177 Roma
Tel. +39 348 5883932
Aperto per cena dalle 19:30
Giorno di chiusura: Martedì
Chef: Paolo D'Ercole
Instagram: eufrosinoroma
Facebook: EufrosinoRoma
Menù: EufrosinoRoma/Menù
Prenotazioni: eufrosino-osteria

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Eufrosino Osteria
27/08/20 Redazione Aperto solo a cena from 19:30 Giorno di chiusura: martedì




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