Fausto Maculan: 40 vendemmie con uno sguardo al futuro

di Katiuscia Rotoloni 25/07/17
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Fausto Maculan: 40 vendemmie con uno sguardo al futuro
Una piacevole serata per assaggiare i vini di Breganze prodotti dall'azienda simbolo del territorio: Maculan.

Vi è mai capitato di aver avuto un colpo di fulmine e poi, per pigrizia o per superficialità, di non aver approfondito la conoscenza di ciò che vi aveva colpito? A me è capitato più di una volta accorgendomi solo più tardi di non averne scoperto tutte le qualità. In questo caso è successo ancora, questa volta con un’azienda di vino.

Diversi anni fa lavorai in un noto locale di Roma, dove ebbi modo di approfondire parecchio la mia conoscenza in ambito vinicolo. Qui rimasi folgorata dai vini dolci di Maculan, per la finezza e l’equilibrio che li caratterizza. Questa passione mi portò addirittura a “sacrificare” una bottiglia da 0,375 di Torcolato, comprata e conservata nella mia cantinetta, per preparare una terrina con un foie gras fresco che avevo riportato da un viaggio a Budapest. Mai scelta si rivelò più felice…

 
 



La famiglia Maculan seleziona le migliori uve e produce tra i più famosi e qualitativi vini di Breganze, un incantevole paese ai piedi dell’Altopiano di Asiago in cui il clima, molto mite, favorisce la coltura della vite e dell’olivo. L'azienda fu fondata nei primi anni Cinquanta da Giovanni Maculan, cui succedette nel 1973 Fausto che, con competenza, tenacia e grande passione, ha ricercato sempre e applicato tecniche e strumenti all'avanguardia per qualificare la denominazione Breganze, fino a renderla la realtà che oggi conosciamo. Dal 2007 le figlie Angela e Maria Vittoria lo hanno affiancato nella gestione e insieme a loro oggi Fausto ha un nuovo progetto:  la svolta verso le varietà intraspecifiche con l’impianto dei primi vigneti di merlot khorus e sauvignon rytos, due varietà resistenti, selezionate dall'Università di Udine. Una conversione che, nel corso di un decennio, coinvolgerà progressivamente tutte le varietà coltivate con conseguente drastica riduzione dei trattamenti in vigna.

Torniamo al fatto che ha originato questa premessa: Il 14 giugno scorso ho avuto il piacere, e anche una certa fortuna, di partecipare a una cena da Achilli al Parlamento, storica enoteca al centro di Roma, per la celebrazione della 40° vendemmia di Fausto Maculan, che ho avuto il piacere di conoscere personalmente insieme ad Angela, una delle due figlie. La serata si è svolta gradevolmente, tra gli affascinanti racconti di Fausto con interessanti incursioni tecniche sulla conduzione e sulle innovazioni in cantina e nelle vigne. Contemporaneamente venivano serviti i piatti dello chef Massimo Viglietti, il quale ci ha stupito con le sue interpretazioni della tradizione e degli ingredienti, azzardate in apparenza, ma difficilmente sbagliate, mentre i vini dell’azienda in abbinamento hanno tenuto il passo senza alcun timore. Sapori nuovi e ben armonizzati nel piatto e la possibilità di ricordare o, in alcuni casi, scoprire di nuovo i vini che hanno fatto conoscere una zona del Veneto, un tempo meno nota.

 


Dopo un aperitivo con il nuovo Brut Tre Volti , un metodo classico 100% chardonnay che prende il nome dallo stemma di Breganze, su cui tre volti di donna rappresentano le tre contrade storiche del Comune, la cena ha avuto inizio.

Il Vespaiolo 2016 , dai profumi intensi di agrumi e di cedro, ben si è armonizzato con la crocchetta di baccalà mantecato, ma non altrettanto con il pesce marinato, tapenade di olive, cioccolato bianco e pesto in polvere, poiché risultava un po’ aggressivo per la spiccata acidità, che gli altri ingredienti non sono riusciti a domare. Invece la sogliola stile “mugnaia”, verdure, profumo di capperi con l’insolita aggiunta del lievito croccante  ben si addiceva al Sauvignon Ferrata 2016 ; il sottofiletto di agnello in salsa di acciughe è stato abbinato al Crosara 2010 , merlot in purezza che, con la sua morbida ed elegante nota tannica, non ha avuto alcuna soggezione dello scorbutico pesce salato.

Per finire il carattere suadente del Torcolato 2012 , ha giocato senza timore con la provocazione del foie gras nel dessert. Un accordo tra tutti gli elementi, non scontato, per via dei sapori decisi e a volte spavaldi delle pietanze, ma sempre piacevole per la bocca e per l’anima.

 


Per celebrare questa importante ricorrenza Angela e Maria Vittoria hanno voluto dedicare al padre XL Vendemmia , la cui sigla non si riferisce alla misura della bottiglia, anche se questo vino è stato prodotto solo in Magnum, ma al numero quaranta secondo il sistema di numerazione romano. La tiratura è limitata, solo 300 bottiglie frutto della selezione del miglior Cabernet Sauvignon Breganze Doc 2013 coltivato nel vigneto Branza. La preziosa etichetta è stata realizzata a mano dall'artista vicentino Pino Guzzonato, utilizzando la fibra ottenuta dai raspi degli stessi grappoli d'uva con cui è stato prodotto il vino. Ognuna si differenzia dall'altra e ogni pezzo è unico.

Prima del commiato, però, ci attendeva ancora una sorpresa: l’indimenticabile Acininobili  2011 . L’elegante vino non richiede presentazioni, ma solo un religioso silenzio per apprezzarne con attenzione la raffinatezza, l’equilibrio della dolcezza mai stucchevole, i profumi avvolgenti, e per “meditare” sulle enormi capacità espressive del Veneto e dell’Italia in genere.

 


Una mirabile verticale con 9 annate di Fratta dal 1979 al 2015 e l’assaggio di XL Vendemmia aveva preceduto la cena.

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