La rinascita del Consorzio Suvereto e Val di Cornia Wine

di Vignadelmar 06/04/22
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Nascita Consorzio Suvereto Val di Cornia
In Toscana, a metà dicembre del 2021, dopo varie vicissitudini tipicamente italiane, lunghe alcuni decenni, è stato presentato e ha ripreso vita il “Consorzio Suvereto e Val di Cornia Wine” (come avevamo anticipato in questo articolo).
 

Ripercorrerne le alterne vicende non sarebbe né utile né interessante, mentre è bello poter affermare che finalmente i 27 produttori interessati, proprietari di circa 850 ettari vitati, molti dei quali in regime biologico o biodinamico, dietro il forte impulso dei più grandi e importanti fra di loro, ce l’abbiano fatta.

Eh sì, perché la cosa bella di questa storia è che chi ha fortissimamente voluto la rinascita del Consorzio, sono state le aziende più grandi ed importanti del territorio, che avendo da tempo capito quanto sia stato penalizzante per tutti loro e per l’intera filiera agroalimentare e turistica, non aver avuto in passato un simile potente strumento di controllo e promozione, hanno preso sulle spalle l’intero territorio e lo hanno condotto in porto.

Ma questo è il passato ed ora vecchi produttori, insieme anche a produttori giovanissimi, piccolissimi, ma pieni di entusiasmo, fanno strada assieme e tutto va per il meglio.

Di questa bellissima ripartenza e dello spirito che la pervade sono stato personalmente testimone durante la bellissima tre giorni organizzata per celebrare l’occasione e presentarla alla stampa di settore.

Fatta questa doverosa premessa è giunto il momento di collocare anche geograficamente questo territorio vitivinicolo all’interno della corazzata Toscana. Siamo in provincia di Livorno, nella parte più a sud, proprio di fronte all’Isola d’Elba, all’interno di una cornice di rara bellezza, fatta di dolci colline (Suvereto) e la ricca Val di Cornia. È una zona luminosissima, con vari sottosuoli, anche ricchi d’acqua, con un clima particolarmente caldo e siccitoso. Siamo veramente a due passi da Bolgheri ed onestamente è molto strano che una zona potenzialmente così fortunata, sia veramente poco conosciuta e poco narrata.

La storia enologica di questo territorio inizia ai primi dell’ottocento grazie alla sorella di Napoleone, Elisa Bonaparte Baciocchi, Principessa di Lucca e Piombino, che decise di far impiantare vigneti all’uso di Bordeaux. Ed eccoci ancora oggi con l’immancabile Sangiovese e in massima parte Cabernet Sauvignon e Merlot (questi ultimi tre vitigni complessivamente coprono il 70% dei vitigni a bacca rossa), con presenze quasi paritarie di Cabernet Franc, Petit Verdot e Syrah. Nei vitigni a bacca bianca invece è nettissima la preponderanza del Vermentino.

Durante questa tre giorni abbiamo assistito a dibattiti, ci siamo confrontati con i produttori, ne abbiamo assaggiato i vini, provato a capire le vocazioni delle singole sottozone ed anche ad intuirne le potenzialità. È stato un lavoro molto bello e interessante ma non facile. Siamo ben lontani dal capire e dal condividere quale sia lo stato dell’arte. Ogni produttore, per troppo tempo è andato a naso ed ha interpretato il territorio seguendo un approccio istintivo o commerciale

Quello del capire il territorio, decifrarne con precisione le potenzialità di ogni zona, guidarne la crescita qualitativa e commerciale, sarà il compito più gravoso e più importante che il Consorzio dovrà affrontare. Hanno da percorrere insieme tutto un lungo percorso che in altre zone della Toscana, la vicinissima Bolgheri su tutte, hanno già intrapreso da anni. Dovranno correre e rincorrere. 

Di mio posso dire di aver bevuto vini con una buona capacità di invecchiamento, alcuni di questi fatti in anfora, che maggiormente mi sono piaciuti i vini a base di Cabernet Franc e anche alcuni Sangiovese di un paio di giovanissime leve. Ma, ripeto, il percorso da fare è lunghissimo e hanno appena iniziato. Certamente hanno dalla loro un territorio bellissimo e l’appartenere al brand “Toscana” che nel mondo degli amanti del vino vuol dire molto e sicuramente è già un ottimo punto di partenza. Noi di DoctorWine li seguiamo da tempo con interesse da vicino, sperando, con la nostra narrazione, di contribuire ad aumentare la voglia di andare a visitare, a scoprire, quest’angolo di Toscana ancora insolitamente nascosta

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