Antica Masseria Jorche

di Annalucia Galeone 19/10/23
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Antica Masseria Jorche - ristorante
Antica Masseria Jorche, cantina e agriturismo, è un’oasi di relax poco distante dalla incantevole costa ionica, immersa nel verde tra le vigne, gli ulivi secolari, gli alberi pino ed eucalipto, alle porte di Torricella, uno dei comuni che fanno parte della denominazione primitivo di Manduria. 

Dalila ed Emanuela Gianfreda, le titolari, hanno messo su una giovane e dinamica realtà aziendale che va tenuta d’occhio da chi è alla ricerca di una pausa dal tran tran quotidiano e ama esplorare i territori all’insegna del buon cibo e ovviamente del buon vino. 

Jorche è un nome di derivazione spagnola trasformato in “furchi” dal dialetto locale, la struttura risale al 1600, fu nel tempo proprietà di diversi nobili che si succedettero, fino al 1990 quando la famiglia Gianfreda decise di acquistarla dagli eredi del Barone Vito Bardoscia. Un affetto profondo lega le due sorelle alla famiglia e alle proprie radici, il concept sia in cantina che in masseria è autentico, non passa inosservata l’impronta personale, l’attenzione al dettaglio e la voglia di valorizzare e preservare il territorio natio attraverso l’enoturismo.

Dalila, la maggiore, ha alle spalle studi di Marketing e comunicazione, Emanuela è l’enologa, si è laureata in Viticoltura ed enologia a San Michele all’Adige, per poi seguire il master “Vini italiani e mercati mondiali” alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. 

La ristrutturazione della masseria è in armonia con il paesaggio, sono state mantenute le caratteristiche degli edifici: muri di pietra, intonaco bianco, archi, volte e chianche, sono disponibili 19 alloggi tra camere e appartamenti con angolo cottura. Ogni ospite riconosce il proprio ingresso dal nome o dalla targa su cui è inciso uno dei tanti detti della tradizione popolare. Per citare i più noti: “Tacca lu ciucciu do voli lu patrunu” o “Fatt’la cu li megghi di te e fanci li spesi”. 

“Jorche è la nostra casa, siamo cresciute qui con i nonni e i nostri genitori impegnati nei lavori di restauro - racconta Dalila Gianfreda -. Da adulte abbiamo deciso di continuare il percorso già intrapreso, onoriamo il loro impegno, tuteliamo la masseria e la sua originalità, la miglioriamo senza stravolgimenti. Siamo entrambe convinte che in Puglia ci siano già abbastanza masserie di lusso, relais e resort, noi vogliamo mantenere intatto lo spirito contadino dell’agriturismo e assicurare un’ospitalità con tutti i comfort. Da cinque generazioni la nostra famiglia produce vino ma ha sempre venduto all’ingrosso - spiega Dalila -. Io ed Emanuela abbiamo deciso di fare il grande passo, seguendo l’intera filiera e imbottigliando con un nostro marchio. La prima vendemmia risale al 2011 e le etichette sono uscite nel 2013. Coltiviamo Primitivo, Negroamaro, Fiano minutolo e Bianco di Alessano”. 

Il ristorante della masseria è in un antico e bel frantoio semi ipogeo, il team è tutto al femminile, la cuoca è Maria Giannotta. La cucina è genuina, di gran qualità, la tradizione fa da padrona con i piatti della nonna ma di tanto in tanto non manca qualche tocco audace, le verdure provengono dall’attiguo orto, le altre materie prime da fornitori di zona, il tutto è condito con l’olio made in masseria a base di Ogliarola e Leccino. Le portate sono abbinate da Dalila ai vini della cantina che si trova nelle vicinanze, da perfetta padrona di casa cura la sala, accoglie gli ospiti, racconta i piatti e la loro storia. Il menù fisso cambia ogni giorno. Consigliamo di provare le polpette di fave e verdure campestri, buone, filanti e saporite. Un grande classico è ciceri e tria, a base di pasta fatta in casa, ceci cucinati nella pignatta e pasta fritta davvero gustoso, per secondo il tonno scottato ai due sesami con crema di melanzana affumicata e cipolla caramellata con all’interno la stracciatella. 

Dulcis in fundo, alla selezione di formaggi del caseificio Olivaro a base di caciocavallo fresco, caprino e poi pecorino affinato in vinacce di Primitivo è stata abbinata la nuova etichetta La dote di Manuvè, un omaggio alla nonna Emanuela recentemente scomparsa, una donna forte e indipendente, fuori dal comune per l’epoca. Un Primitivo insolito ottenuto da vecchie vigne di 60 anni, la raccolta è stata fatta nel 2012, per 10 anni il vino è stato conservato in alcuni dei capasoni (anfore salentine) che facevano parte della dote della nonna Emanuela, sono state prodotte 500 bottiglie tutte numerate.                     

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