Monteti, da Capalbio con passione

di Chiara Giannotti 19/10/17
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Monteti, da Capalbio con passione
La tenuta di Eva Baratta e Javier Pedrazzini ha contribuito in maniera determinante a puntare i riflettori sul territorio di Capalbio, nella Maremma Toscana.

La Tenuta Monteti nasce nel 1998 in un terreno nudo e sassoso, alle porte di Capalbio, incastonato tra il mare della Costa d’Argento e il Monteti, l’alto monte che la sovrasta e l’accudisce, proteggendola dagli sbalzi climatici e dai venti forti del mediterraneo. Non a caso ne ispira anche il nome ed è rappresentato nelle etichette insieme a un altro elemento chiave: i grandi massi utilizzati come ornamenti preziosi sparsi nei vigneti.

Sono 28 ettari in tutto, suddivisi in 4 parti con 5 diversi vitigni tutti a bacca rossa: il cabernet sauvignon, il merlot, il cabernet franc, il petit verdot e l’alicante bouschet. La vigna è affidata all’agronomo Roberto Rossi e i trattamenti sono tutti ridotti al minimo, con una centralina che monitora lo stato delle piante e del terreno, si stanno inoltre seguendo tutte le procedure per ricevere la certificazione di sostenibilità ambientale, secondo il protocollo Viva.

A volerlo fortemente sono i proprietari Eva Baratta e il marito Javier Pedrazzini, che gestiscono il tutto con impegno, passione e attenzione all’ambiente, tanto da aver affidato la creazione della cantina all’architetto Sergio Bracco, per esaltare al massimo il legame con la terra e fondere l’edificio con il paesaggio circostante, pur presentando al suo interno tutte le dotazioni per una vinificazione moderna e all’avanguardia.

Altra scelta molto apprezzabile è stata quella di puntare prevalentemente su qualità, producendo tre sole referenze per poter concentrare al meglio energie, sforzi e risorse, affidandosi a un team esperto e preparato guidato dal competente enologo interno, Christian Coco affiancato dalla consulenza di Carlo Ferrini.

Tutte le cure previste sono presenti, dalla vendemmia manuale alla refrigerazione dei grappoli, fino anche alla selezione a tavolino, e tutte le parcelle sono vinificate separatamente e mantenute tali nell’affinamento, periodo durante il quale il vino matura in barrique per lo più nuove, con diversi legni e tostature, per esaltare il loro potenziale che verrà poi unito e riequilibrato in fase di blend finale.

Il vino di punta è il Monteti , elegante e austero, creato con petit verdot che rappresenta la parte maschile, il carattere forte e indomabile dell’uomo maremmano, unito al cabernet - franc e sauvignon - che, grazie alla sua esposizione a Nord, ha una struttura più elegante, fine, si potrebbe definire più femminile. Poi c’è il Caburnio , il cui nome deriva da quell'erroneo vitis Caburnica di Plinio il Vecchio, creato con un blend delle varietà di uve presenti ed esprime una bella rotondità, arricchita dalla personalità con punte più spigolose e intriganti.

Ultimo nato è il TM rosé , che giunge ora alla sua seconda annata imbottigliata, un vino che ricorda i rosati provenzali, sia nel colore che nella piacevolezza e delicatezza, ma arricchito dalla personalità indiscussa dei vini toscani.

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